Palazzo Filangeri

Dettagli del luogo

Edificio baronale sorto nella seconda metà del 1700 con funzione residenziale, economica e giurisdizionale per la famiglia Filangeri. Sede della Biblioteca comunale, del Museo delle Spartenze e del Teatro al Baglio.

Data:

27 Marzo 2023

Descrizione

Edificio baronale sorto nella seconda metà del 1700 con funzione residenziale, economica e giurisdizionale per la famiglia Filangeri.
Il complesso si richiama, con evidenti semplificazioni, ai modelli delle ville settecentesche palermitane e borghesi, riflettendo le regole dello stile barocco.

Il Baglio non era la vera residenza estiva dei conti San Marco in quanto, la famiglia, che ricordiamo tra le più ricche e nobili della Sicilia, possedeva una splendida villa a Santa Flavia, vicino Bagheria com’era d’uso nel 1700 tra le famiglie più nobili. L’aspetto circolare delle robuste mura di cinta del complesso ancora oggi evoca l’immagine di una fortezza inespugnabile, e nello stesso tempo di un’oasi di prosperità in mezzo alla miseria. Anche la rusticità del blocco stereometrico del palazzo concorre all’idea di un potere solido: l’ampia terrazza, quasi naturale palcoscenico dell’abitato, si proietta nella rettilinea strada maestra che costituisce una sorta di spina dorsale dell’abitato. Un ampio e robusto portone di ferro si apre e chiude come un sipario per la popolazione, le cui case sono dislocate in un tessuto viario a scacchiera.

Il portone è ancora oggi sormontato dalle decorazioni di due foglie di alloro che sostengono una corona dentro cui campeggia la scritta “C. S. M.” (Conte di San Marco). Il portone è sorretto da due piloni maestosi che fanno da boccascena alla corte ovale. Intorno alla corte erano ubicate le dimore della servitù, oggi restaurate in attesa di essere destinate all’uso. Il centro della corte funge da punto più nobile sul quale convergono e dal quale armoniosamente fuggono tutti gli assi ottici, convergenti infine lungo l’asse longitudinale che conduce attraverso gli elementi decorativi della fontana e della nicchia al palazzo baronale. L’asse longitudinale si conclude nella nicchia, punto di arrivo luogo di culto: in essa, nella ricorrenza della festa del S.S. Sacramento, si collocava il quadro della S.S. Trinità. Sopra la nicchia, su un terrapieno, il terrazzo e la facciata presentano una partitura architettonica povera di sporgenze, con lievi rincassi e lesene poco aggettanti. Tre aperture dividono la parete e su quella centrale è collocato lo stemma che nell’araldica di famiglia è descritta così: “su un campo rosso spicca una croce d’argento caricata da nove campane battagliata di nero. Il supporto della croce è rappresentato da un’aquila bicipite nera, armata e linguata di rosso, coronata all’imperiale e un mantello di velluto scarlatto foderato di ermellino”.

Nel retro si viene a creare una nuova assialità, ortogonale alla prima, data da una corte minore, semicircolare, che sfrutta l’andamento altimetrico del terreno, dando al prospetto simmetria di valore non secondario. Infatti si accede al piano nobile della residenza attraverso due scale simmetriche.

Alle spalle del palazzo è annesso un caseggiato che veniva adibito a stalle, con l’abbeveratoio la cui acqua è sorgente naturale. Un intervento di restauro precedente ha distrutto l’abbeveratoio e non vi è più traccia della sorgente. Una terza corte chiusa e rettangolare fungeva da giardino privato al centro del quale vi era una fontana con zampillo. Ad esso si affacciano due porte con scalinate molto simili alle porte della corte semicircolare posta sullo stesso asse. Su un terrapieno a destra della corte principale hanno inizio una serie di costruzioni adibite a magazzini. All’interno sopravvenivano tracce delle decorazioni nelle volte, in parte affrescate, nelle porte e nelle pareti. La maggior parte di queste erano ricoperte con stoffe di colore intonato con le volte e con i pavimenti, i mattoni di questi erano verniciati a mano. Nelle sale vi erano affreschi le cui tematiche erano di evidente ispirazione romantica. Lo stato di abbandono ha messo in luce le strutture dell’edificio per cui si è potuto rilevare direttamente la povertà dei materiali impiegati; tipico dell’epoca lo scarso interesse che gli specialisti avevano nei confronti degli elementi di fabbrica e delle tecniche costruttive.

Nella muratura fuori terra la pietra concia viene adoperata, non sempre limitatamente ai muri esterni. Nei muri interni è adoperata la struttura cosiddetta di “pietra e tajo”, ossia grossi muri con i due paramenti di piccoli conci di tufo tenero e per nulla lavorati e male assestati e con il nucleo insaccato di terra e detriti di cantieri. Le volte dei saloni avevano centine mal fatte, che reggevano un’orditura di travetti e lo stuoiato di canne sul quale era disteso un forte spessore di gesso. La copertura dei tetti infine era fatta con travi in legno che poggiavano su un muro di spina, poi gli arcarecci e su questi i listelli o un incannucciato, che sosteneva il tegumento a canali. Gli stucchi, il marmo, le dorature e le stoffe bastavano a rivestire di effetti e di sontuosità quelle misere strutture. Parte dell’arredo oggi si trova nel palazzo Mirto, in via Merlo, residenza palermitana dei conti Filangeri. L’Amministrazione comunale di Villafrati ha acquisito il complesso del Baglio, dopo lunghi anni di completo abbandono. Nell’anno 2023 si è conclusa la ristrutturazione e il restauro del monumento. Il corpo principale del palazzo ospita nel piano nobiliare la Biblioteca Comunale, l’Archivio Storico e il Museo delle Spartenze, mentre nei locali del piano terra, un tempo locali di servizio e stalle, è stato ubicato l’Archivio comunale di deposito. Nel granaio è stato realizzato il teatro stabile con capienza di 200 posti a sedere.

Nella corte adiacente al teatro è stato realizzato un teatro all’aperto la cui gradinata segue la pendenza naturale del terreno. Sempre nell’anno 2023 si è conclusa l’acquisizione di tutto il complesso Baglio con l’acquisto del Teatro del Baglio, il cui ingresso principale si affaccia su via Principe Amedeo. Ad oggi è l’unica parte ancora non restaurata.

Modalità di accesso

Struttura provvista di ascensore, accessibile anche ai disabili, senza costi d’accesso.

Orario per il pubblico

08:00-14:00

Gallerie di immagini

Pagina aggiornata il 11/11/2024, 17:04