Descrizione
Fu costruita nell’anno 1745 da Vincenzo Filangeri Cottone, conte di San Marco nel quartiere Casale e dedicata a Sant’Antonio di Padova.
Dall’archivio parrocchiale, si deduce che oltre a luogo di culto sino all’anno 1874 fu adibita a sepoltura e coesistette nello stesso quartiere insieme alla chiesa di San Giuseppe sino all’anno 1939. Dal 1767 si ha notizia che i morti venivano sepolti nella nuova Chiesa Madre dedicata alla S.S. Trinità. Chiesa del SS. Crocifisso in Sant’Antonio di Padova, divenne poco stabile e venutasi a trovare sotto il livello della nuova strada l’attuale Corso Vittorio Emanuele, quando fu chiusa la trazzera regia, venne abbattuta e riedificata nell’anno 1878 a spese del popolo villafratese, dedicandola al S.S. Crocifisso. All’interno della chiesa possiamo ancora ammirare una statua lignea dedicata a di Sant’ Antonio di Padova di cui però si ignora lo scultore e la data dell’opera e una statua della Madonna delle Grazie.
IL 3 giugno del 1986 sono iniziati i lavori di ristrutturazione della chiesa e durante i lavori di scavo, necessari per contrastare l’umidità proveniente dalla parte inferiore della pavimentazione, si sono ritrovate le basi di muri perimetrali e intonaci appartenenti ad una chiesa preesistente (chiesa di S. Antonio).
Esse risultano più strette di 40 centimetri per lato e sono segnate da zoccoli di pilastri ornati trasversalmente da mattoni stagnati formanti disegni.
Scavando per più di un metro e mezzo si sono trovate tante tombe contenenti resti umani. Tali tombe sono da attribuire alla preesistente chiesa, in quanto sono a più di un metro e mezzo di profondità sotto uno strato di materiale di rifiuto, costituito da residui di muratura, dialettalmente definiti issotti.
Dopo la ricostruzione la chiesa fu dedicata al S.S. Crocifisso. Secondo una leggenda si narra che un simulacro del Crocifisso, mentre veniva trasportato da Palermo a Castronovo su un carro trainato da buoi, si fermò in mezzo alla fanghiglia dinanzi alla Chiesa allora dedicata a Sant’Antonio di Padova, e i buoi non vollero più proseguire verso la destinazione che era stata assegnata al simulacro. Il popolo villafratese interpretò questo fatto come una chiara volontà del Crocifisso di fermarsi in quel posto in segno di predilizione e il barone vi fece costruire una chiesa. Questa leggenda era probabilmente funzionale a rassicurare i coloni riluttanti a prendere stabile dimora in un ambiente paludoso e malsano, quale era allora l’attuale quartiere Casale.
Ancora oggi la statua lignea del Crocifisso viene venerata nella chiesa omonima restaurata. Da un recente restauro si è rilevato che la statua aveva subito quattro restauri. Quando fu portata in paese, alla fine del settecento, era di gesso di un colore rosa-carne. Con l’ultimo restauro si è scoperto che il gesso era solo una placca che nascondeva l’originale statua di legno. Da un livido procurato dalla corda che stringeva le caviglie, tipico dello stile spagnolo, di rappresentare il Crocifisso, il restauratore afferma che la statua è della seconda metà del XVII secolo.
La chiesa restaurata presenta all’interno un altare rivolto al popolo, in marmo e granito su colonne in marmo rosa del Portogallo, il pavimento e la zoccolatura in pietra di botticino e granito. Le pareti sono adornate da quattordici artistiche stazioni della Via Crucis, in fusione di bronzo, opera dello scultore Nino Alesco di Roma. L’altare è adornato da un artistico tabernacolo in metallo pregiato e smalti e il coro da sei poltroncine in stile.
Queste tre opere sono state realizzate con le offerte spontaneamente date dai villafratesi.
Dentro il coro sono state poste su apposite basi la statua di S. Antonio a sinistra, e quella della Madonna a destra. Quest’ultima è dello scultore Luigi Piazza ed è datata 1987.
